Oggi 7 aprile 2021 è la giornata mondiale della salute. Un diritto che dovrebbe essere scontato e garantito a tutti i cittadini ma, molto spesso, al centro delle notizie di cronaca. Cos’è il diritto alla salute? Come è disciplinato dall’ordinamento italiano con una visione sulle politiche internazionali? Vediamolo insieme.
La comunità internazionale ha definito il diritto alla salute come un diritto UMANO appartenente a TUTTI gli individui. La definizione di questo diritto, però, ha creato non pochi problemi. L’interpretazione del concetto di diritto alla salute porta con sé una serie di letture che potrebbero far venire dei dubbi su come viene recepito, riconosciuto, interpretato e applicato dagli organi competenti.
Nell’ordinamento italiano, il diritto alla salute è disciplinato dall’art. 32 della Costituzione secondo il quale “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. L’Italia, come la comunità internazionale, ha inteso il diritto alla salute NON solo in riferimento alle malattie ma, come l’insieme del benessere fisico e mentale dell’individuo, come l’accesso alle prestazioni sanitarie e come la scelta di essere sottoposto o meno a trattamenti sanitari (libertà di cura).
Alla luce della lettura dell’art. 32 della Costituzione, è evidente come l’articolo conservi in sé anche gli articolo 1 e 2 della Costituzione nei quali si garantisce la salute ai cittadini senza “discriminazioni sociali o personali”. Il diritto alla salute è riconosciuto a TUTTI, lo Stato tutela la dignità dell’individuo: chiunque DEVE avere accesso alle cure mediche a prescindere dallo status in cui versa all’interno del Paese.
La Cassazione nel 1973, ha dato ancora più valore all’articolo 32 della Costituzione sancendo il diritto alla salute come “diritto assoluto e di rango primario per la persona umana”.
Nell’articolo 32 della Costituzione si garantiscono le cure mediche GRATUITE SOLO agli INDIGENTI. Questo ha creato dissensi che, sono stati superati con una serie di interpretazioni del termine “INDIGENTI” fino ad arrivare a una “universalizzazione delle prestazioni”.
Successivamente a questi cambiamenti, nel 1978, nasce in Italia il Sistema Sanitario Nazionale con lo scopo di garantire a tutta la popolazione l’accesso universale alle prestazioni sanitarie. Negli ultimi anni, il settore della sanità è stato colpito da una serie di tagli finanziari che hanno indebolito e affannato il SSN. Questo disagio sta venendo alla luce, soprattutto, in questi mesi di pandemia: la riduzione del personale sanitario e la riduzione del numero dei posti letto, ha messo a dura prova tutto il settore.
La situazione potrebbe aggravarsi se NON si dovesse prendere una decisone riguardo ai finanziamenti destinati al settore: attualmente NON esiste un OBBLIGO a disporre una determinata somma di denaro destinati alle strutture sanitarie.
Come può il diritto alla salute essere un diritto soggettivo se le strutture sanitarie non sono in grado di garantire assistenza gratuita a TUTTI senza alcun tipo di discriminazione?
Foto di KoalaParkLaundromat da Pixabay