Da stasera 13 aprile 2021 alla sera del 12 maggio 2021, inizia per gli amici di religione musulmana il ramadan. Un mese di digiuno che vede coinvolti tutti i musulmani in buona salute e in età della pubertà tenuti ad eseguire e rispettare regole molto ferree durante le ore di luce.
Il ramadan è il quarto dei cinque pilastri dell’islam: testimonianza di fede, preghiera, elemosina e pellegrinaggio alla Mecca. Durante tutto il mese di ramadan si digiuna nel senso più ampio del termine: è VIETATO mangiare, bere, fumare e avere rapporti sessuali. In alcuni Paese di fede musulmana i rigidi dettami si ripercuotono anche sulla ristorazione: a bar, ristoranti e a qualsiasi negozio che vende cibi pronti è imposta la chiusura dall’alba al tramonto. Non è assolutamente consentito consumare pasti fuori casa; chi lo facesse rischierebbe il carcere e una multa.
Negli ultimi anni si sono creati in molti Paesi musulmani dei gruppi di giovani “disertori del ramadan” che hanno messo in discussione l’interpretazione del precetto ma anche e soprattutto le sanzioni previste dalle autorità per chi decide di non seguire il ramadan.
Per molti, essere musulmani e vivere in Paesi islamici durante il mese del digiuno, vuol dire disobbedire al Corano e rischiare di incorrere in sanzioni penali. Sono più di dieci i Paesi musulmani che, all’interno del loro Codice penale, prevedono il reato di boicottaggio del digiuno nel mese di ramadan per chi è di fede musulmana.
In Marocco è prevista la reclusione da 1 a 6 mesi, idem in Algeria. In Giordani NON rispettare il ramadan è sinonimo di crimine d’onore. L’Arabia Saudita, oltre ad imporre il ramadan alla sua popolazione, pena l’espulsione, impone il digiuno anche ai residenti NON musulmani.
L’unica eccezione, al momento, è rappresentata dalla Tunisia che NON perseguita né civilmente né penalmente i disertori del ramadan. Questa sorta di apertura e di rispetto della libertà di ognuno la si deve a Bourghiba, presidente tunisino, che nel 1961, in pieno ramadan disse alla sua gente: “non digiunate, dobbiamo combattere il sottosviluppo.”
La loro battaglia è iniziata nel 2015 recandosi in una piazza di Algeri con dell’acqua in mano. Ci mettono la faccia e lo fanno in modo pacifico sfruttando i social: fanno brevi video in cui mangiano e li pubblicano su YouTube o Facebook. Un gesto banale ma che per la cultura islamica e per il musulmano è uno schiaffo, un’offesa all’educazione, ai preparativi che precedono il digiuno. La domanda che sta alla base di questa “rivolta” è una: “se nel Corano e negli Hadith dello stesso profeta Muhammad non è prevista per chi non rispetti il Ramadan nessuna sanzione terrena (come invece è prevista in altri casi), perché mai deve deciderla l’uomo senza aspettare il giorno del giudizio direttamente con il creatore?
In Italia il digiuno NON è obbligatorio per i musulmani e chi volesse potrebbe mangiare tranquillamente. In Italia NON c’è alcuna legge che imponga o vieti il digiuno nel mese di ramadan.
Molti credono che l’islam preveda solo il ramadan ma non è così; l’islam proibisce di bere alcolici, di rubare, di tradire il marito ma molti musulmani ignorano questi precetti e riconducono l’islam al digiuno e al non mangiare carne di maiale. Detto questo mi chiedo: la società islamica è davvero pronta a vivere il ramadan come una libera scelta di fede
Foto di Ahmed Sabry da Pixabay