Qualche giorno fa mi sono occupata del caso dei due ragazzi gay picchiati perché semplicemente si stavano baciando. Per fare sì che certi episodi non vengano accantonati dopo il clamore mediatico che si crea subito dopo la vicenda, ho pensato di regalarvi un’intervista nella quale ci viene spiegato meglio il mondo a colori della comunità LGBT con tutte le sue ombre. Ho affidato le risposte delle mie domande a Lucia Fago in prima linea per i diritti LGBT.
Ciao Lucia, iniziamo subito:
Il mondo LGBT è principalmente una sigla usata per indicare le diverse associazioni e comunità che lo compongono, quali la comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender. Dal mio punto di vista lo definirei “casa”, perché è il luogo giusto dove i tuoi pensieri, le tue paure e le tue necessità, vengono condivise e supportate senza alcun giudizio.
Gli episodi di violenza non sono, in alcun modo, giustificabili. Quando a subire tale indignazione è una coppia di innamorati, al solo pensiero mi si spezza il cuore. Domani potrei essere IO a ritrovarmi nella stessa situazione della coppia in questione, o potrebbe ritrovarsi una nostra amica, o un nostro fratello. Sono sconcertata dalla cattiveria e dall’ ignoranza che ci circonda. All’ aggressore auguro solo una pena esemplare perché, purtroppo, cercare di ragionarci è solo uno spreco di tempo e di fiato. Credo comunque nella riabilitazione e nell’ ammissione pubblica delle proprie colpe. Già questo sarebbe un piccolo passo verso la rieducazione collettiva.
L’ unica possibile soluzione è un intervento legislativo che chiarisca con maggior precisione i conflitti tra lecito e illecito in questa materia così delicata. E’ di fondamentale importanza una coesione politica che, in Italia, manca sotto diversi punti di vista e di pensiero e che, quindi, rende assai più difficoltosa la conclusione positiva dell’iter legislativo.
In questo momento storico sarebbe una totale vincita. Per me, però, battersi per una legge che tuteli il mondo LGBT rimane comunque una sconfitta morale in partenza, perché ancora una volta stiamo rivendicando dei diritti che dovrebbero esser scontati e, già di per sé, tutelati nella nostra Costituzione. Invece ci ritroviamo a dover elemosinare la nostra integrità morale e fisica come soggetti singoli o famiglie arcobaleno.
È impensabile nel 2021 dover ancora parlare di violenza psicologica, fisica o sessuale. Siamo tecnologicamente evoluti, e ringrazio la scienza che ci ha dato i giusti mezzi per permettere a tutti di informarsi. Ad oggi non è più ammissibile giustificare l’errore con un “Non lo sapevo”. Ad oggi consiglio solo di tutelarsi, di denunciare pubblicamente o attraverso le autorità preposte ogni tipo di violenza che perseguita la donna e, in generale, una categoria “debole”. Trovare una giustificazione ad un qualsiasi atto di violenza è, già di base, il primo errore che si commette.
Toronto, ma in primo luogo Madrid, sono due tra le città più gay friendly al mondo. Sono città in cui il dating, la qualità della vita notturna ma soprattutto l’apertura degli altri cittadini verso la comunità LGBT e la sicurezza della città, rimangono un importantissimo parametro qualitativo che l’Italia ancora invidia.
Cerco di portare la mia esperienza personale in ogni contesto che vivo, o anche solo tra le persone che posso conoscere occasionalmente. Bisogna imparare a confrontarsi di più sulle tematiche sociali di rilevanza perché solo così e, esponendosi in prima persona, si può ottenere un tacito consenso da parte di quelle persone ancora riluttanti a certi argomenti. Alla gente fa paura tutto ciò che non conosce o che crede di conoscere seppur in maniera errata. Sono una donna lesbica che vive uniformemente nella società italiana, che paga regolarmente le sue tasse e le sue multe, che ogni giorno si sveglia per recarsi al suo posto di lavoro, che presta volontariato per Croce Rossa Italiana e, che la sera, torna a casa per cenare e rilassarsi guardano qualche serie su Netflix. Come può, una qualsiasi persona, definirmi un problema per la sua vita?
Mi piace specificare che ho avuto la fortuna di esser stata invitata a presenziare al primo Puglia Pride che ha avuto luogo nella mia città di appartenenza, Taranto. È stato un evento che porterò per sempre nel mio cuore con estremo orgoglio! Se avessi avuto, in quell’ occasione, la possibilità di confrontarmi con un politico, gli avrei fatto notare che dietro ai mille colori che avvolgono il Pride, in realtà c’è tutta la sofferenza e la richiesta di tutela da parte di tante, troppe persone che si sentono parte viva del mondo GLBT. La nostra esistenza e il nostro percorso di vita DEVE essere regolarizzato sotto tutti gli aspetti, dalla tutela psicologica e fisica ma anche tutto quello che concerne la maternità e l’adozione di minori. Noi non siamo famiglie o persone di serie B. Se, invece, avessi avuto la possibilità di confrontarmi con un prete, gli avrei fatto una sola domanda: "Come potete definirvi portatori della parola di Dio, di misericordia e di uguaglianza tra gli uomini se anche voi contribuite nel creare disparità tra persone dello stesso sesso che si amano? L’ amore non è unico e prezioso, nonché universale come Dio ci ha insegnato?”. Ma soprattutto chiederei: “Per quale assurdo motivo un testo scritto come la Bibbia, tramandato nei secoli e tradotto da comuni uomini mortali ha l’assurdo potere di decidere cosa posso e non posso fare nel mio percorso di fede e di moglie in qualità di donna lesbica?”.
Un grazie a Lucia che, con le sue risposte, ci ha dato spunti di riflessione molto importanti attraverso una lettura assolutamente puntuale e critica di quello che attualmente ruota intorno al mondo LGBT.
Non smettete di baciarvi e lo dico nel senso più profondo del termine.