Quante volte avete sentito dire ai bambini frasi del tipo “Le parolacce non si dicono”. Con il tempo quel bambino è cresciuto e le sue innocue parolacce si sono trasformate in vere e proprie bestemmie.
Per definizione la bestemmia è un’“Espressione ingiuriosa o imprecazione contro Dio e i Santi e le cose sacre”. Dal momento che il popolo della bestemmia è molto variegato, è stato in grado di dar vita a due tipi di bestemmia:
Questa distinzione tra i due tipi di bestemmia a ma fa molto sorridere perché in base a chi bestemmiamo rischiamo o meno una sanzione.
Fino al 1999 bestemmiare era un reato disciplinato dal codice penale. Durante il Governo di Massimo D’Alema la bestemmia viene depenalizzata è convertita in illecito amministrativo. Secondo l’art. 724 c.p. “Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità [o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309.”
In Italia commette reato chi bestemmia Dio. Al contrario, bestemmiare contro la Madonna o i Santi è lecito. E vabbè.
Può sembrare strano ma è stato un argomento che ha catturato anche l’interesse dell’Onu che nel 2014 ha condannato l’illecito amministrativo ai danni di chi bestemmia perché limiterebbe la libertà di espressione.
Come è chiaro dall’art. 724 c.p. non si può bestemmiare pubblicamente. Ovviamente nell’età moderna il concetto di “pubblico” si è adattato ai cambiamenti della società quindi, oggi, per “luogo pubblico” dobbiamo intendere anche i social media. Chiunque sul proprio profilo Facebook o Instagram bestemmia, incorre nella sanzione amministrativa di cui sopra.
In tutti i casi, che si tratta di Dio o la Madonna o i Santi, sarà anche liberatorio per alcuni ma resta comunque un atteggiamento molto poco elegante.