Il sacerdote ha rappresentato nella storia e rappresenta tutt’ora quella figura attente, vicino al popolo; colui che ascolta e tace. Per i cattolici il sacerdote rappresenta colui a che accoglie i peccati, accoglie la confessione. Oltre ad essere uno dei sacramenti più importanti, la confessione è l’atto di confidare a un sacerdote le azioni di cui non siamo fieri o che hanno violato un precetto religioso. Particolarità di questo momento è il segreto, la massima riservatezza. E' legale che un prete denunci un reato a lui confessato?
Il sacerdote ha l’obbligo di sottostare al segreto della confessione questo perché per la religione cattolica la confessione del fedele non è rivolta al sacerdote ma direttamente a Dio.
Leggendo l’art. 200 c.p.p. si percepisce come la legge italiana rispetti il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, di essere vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.
Il fedele che confessa al sacerdote di aver commesso un delitto FUORI dal momento della confessione può essere denunciato. Solo in questo caso il sacerdote perde il suo status e per la legge diventa un comune cittadino che potrà decidere di sporgere denuncia come no.
La confessione dei nostri peccati è il primo passo verso l’innocenza.
(Publilio Siro)