Il pomeriggio dell’8 marzo 1911, all’ottavo piano della Shirtwaist Company si sviluppò un incendio che uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggior parte di loro erano giovani Donne italiane ed ebree dell’Europa orientale. La fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci e non ci fu scampo per 62 di loro che morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non trovando altra via d’uscita.
Non sapremo mai cosa sarebbe successo se i proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo dello stabile, non avessero avuto l’indecente abitudine di chiudere a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause. Loro si salvarono.
Si salvarono due volte perché, a chiusura del processo che si aprì dopo l’incidente, i due furono assolti e l’assicurazione pagò loro $ 445 per ogni operaia deceduta mentre alle famiglie delle vittime fu riconosciuto un risarcimento di $ 75.
In migliaia presero parte ai funerali di quelle donne operaie.
Sempre nello stesso anno, il Partito socialista americano, propose di celebrare una giornata interamente dedicata al ruolo e all’importanza della donna nella società.
Una serie di episodi, accaduti negli Stati Uniti d’America, che hanno fatto sì che venissero riconosciuti alle donne gli stessi diritti degli uomini (stiamo parlando del 1911!).
La Giornata dell’8 marzo negli Stati Uniti d’America è una ricorrenza; non si festeggia niente, non si regalano mimose.
In Italia è festa. Precisamente cosa si festeggia? Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella, dall’inizio dell’anno sono state uccise 12 Donne. Stiamo festeggiando, cosa?
Affido alla penna di Alda Merini questa ricorrenza tutta dedicata alle Donne…
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
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