Se vuoi avere un quadro completo leggi prima: Il bacio della vergogna verso la legge Zan 1°
Il nome del disegno di legge che porta il nome di colui che ha fortemente voluto il riconoscimento delle coppie di fatto e non si è risparmiato nelle sue battaglie (deputato Alessandro Zan, esponente della comunità LGBT italiana) si chiama esattamente “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Nel Ddl Zan puntualizza che: “per sesso si deve intendere il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.
Quello che si chiede con il Ddl Zan è una legge contro l’omofobia.
Se il Senato decidesse di approvare il Ddl, in Italia nascerebbe l’istituzione di nuovi reati, l’istituzione di una giornata nazionale contro le discriminazioni (si è già pensato al 17 maggio) e lo stanziamento di quattro milioni di euro all’anno per iniziative di contrasto al fenomeno.
Le pene previste per chi violerà questa legge sono severe: dalla reclusione fino a un anno e 6 mesi (o una multa fino a € 6.000) per chi istiga o commette atti di discriminazione contro le categorie, fino 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, i gruppi che hanno lo scopo, o uno degli scopi, nell’incitamento alla discriminazione o alla violenza sulle suddette categorie.
Perché il Senato, a distanza di quasi 5 mesi non ha ancora preso una decisione? Ha paura di doversi giustificare con quella parte di italiani che preferirebbero che la comunità LGBTQ+ fosse più discreta e meno colorata?
Il 13 marzo 2021, il Parlamento europeo ha dichiarato l’intero territorio dell’Unione in una “LGBTQ+ Freedom Zone” cioè una zona di libertà per i cittadini LGBRTQ+. L’Unione Europea ha rinnovato il suo impegno affinché tutti i Paese dell’Unione rimuovano ogni politica diretta a violare i diritti umani.
Quando si parla di diritti umani, non c’è nessuna differenza si sesso, razza, religione, stato sociale. Siamo tutti “schifosamente” uguali.
In nessun punto ho fatto riferimento alle origini di uno dei ragazzi aggrediti; non ho dato un colore all’aggressore; trovo irrilevante specificare che le due vittime sono omosessuali ma è stato doveroso farlo perché siamo un popolo acerbo e abbiamo bisogno che le cose ci vengano spiegate più e più volte. Affido alle parole di una Donna che io stimo molto la chiusura di questo mio articolo.
“Being yourself is not an ideology. It’s your identity. No one can ever take it away. The EU is your home. The EU is a LGBTQFreedomZone.”
( Ursula von der Leyen )
[Essere voi stessi non è un’ideologia. È la vostra identità. Nessuno potrà mai portarcela via. L’Unione Europea è la vostra casa. L’Unione Europea è LGBTQFreeZone.