28 Marzo 2021

Lucia Fago si racconta a Lo dice la legge

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Ex militare, volontaria della Croce Rossa e dj. Una chiacchierata con una donna ambiziosa e ricca di sfumature: Lucia Fago.

Chi è Lucia e chi è Lucia dj?

Sono una donna di 32 anni, vivo a Taranto e lavoro come dipendente del Ministero della Difesa. Da un anno ho voluto soddisfare la mia esigenza di aiuto per verso il prossimo diventando a tutti gli effetti un volontario della Croce Rossa Italiana. Nei miei progetti futuri c’è la voglia di specializzarmi nell’ambito del Diritto Internazionale e di offrire il mio sostegno nelle cause pro bono. Come ogni persona, però, ho voluto creare nella mia vita uno spazio in cui potessi scrollarmi da ogni pensiero ordinario: da poco più di 10 anni mi occupo di djing e di produzioni musicali. È il mio alter ego che soddisfa il mio bisogno di creatività, che ha trovato luogo di esprimersi nella musica. La mia carriera musicale è iniziata un po' per caso, nella discoteca della mia città, l’unica che organizzava serate gay friendly. È stata un’ottima scuola per le mie esperienze da musicista perché recentemente ho voluto abbracciare un nuovo progetto. Adesso vengo ospitata nelle principali serate friendly d’Italia e, suonare ogni volta per un pubblico diverso, è una carica di adrenalina di cui non posso fare più a meno. Il mondo della notte rimane, per me, un luogo mistico ed esaltante

Cosa vuol dire per te essere donna?

Esser donna è un dono. Delle volte penso che se la reincarnazione fosse un dato attendibile, chiederei nuovamente di poter vivere una vita da donna. Esser donna, oggi, significa dover avere una marcia in più. Significa portare a termine un lavoro in maniera più veloce e meticolosa del solito. Significa dover dimostrare con il doppio della fatica che le cose te le sei guadagnate. Esser donna significa, anche, saper camminare a testa alta nonostante le discriminazioni a cui quotidianamente veniamo sottoposte senza cognizione di causa, ma solo perché sei “donna”. Per me è una sfida, che abbraccio con orgoglio.

Quando ti sei accorta di essere "diversa"?

I primi ricordi circa la mia omosessualità risalgono all’ asilo e alla mia prima “cotta” per la mia compagna di banco: decisamente un cliché! Inconsciamente ho sempre saputo di esser lesbica e la mia accettazione a livello personale è stato un percorso molto tranquillo e sereno.

Come hai detto alla tua famiglia di essere omosessuale e come hanno reagito?

Se ci fosse stata la possibilità di viaggiare nel tempo, avrei cercato il giusto coraggio per dichiararmi lesbica alla mia famiglia. Purtroppo sono venuti a conoscenza della mia omosessualità dopo aver scoperto un lungo turbinio di bugie e menzogne che quotidianamente raccontavo alla mia famiglia per nascondere la mia identità, perché mi vergognavo al sol pensiero di dover dar loro una “delusione". È stato un periodo particolarmente traumatico di cui ancora oggi porto i sensi di colpa. Non c’ è mai la cosa giusta da consigliare in queste situazioni così delicate. Alla base di tutto deve sussistere, però, la giusta predisposizione all’ascolto tra le parti.

Quanto e se è stato difficile per te essere donna e omosessuale nell'ambito lavorativo?

 Nella mia carriera lavorativa son stata impiegata 10 anni come militare e a tutt’oggi sono un dipendente civile. L’esser donna, o donna omosessuale, non ha mai implicato alcuna lacuna o pregiudizio nel mio ambito lavorativo. Ho sempre pensato che quando c’è la giusta resa lavorativa e la giusta etica morale, a nessuno importa che tu sia donna, tantomeno omosessuale. Come deejay, invece, l’esser donna è sempre stato un pregiudizio in partenza. Siamo abituati a vedere belle donne dietro una console esclusivamente perché hanno un’immagine d’ impatto, ma si può esser belle e avere anche talento! Nel mio caso ho puntato tutto sul farmi ascoltare durante i live, perché solo così potevo dar dimostrazione di cosa fossi capace. Dicono che tutti possono improvvisarsi deejay, e lo confermo, ma quando ti chiamano più e più volte per confermare nuove date, quella è l’unica soddisfazione che ricerco. Il mondo della musica, ad ogni modo, continua ad esser a prevalenza maschilista.

La Chiesa ha negato la benedizione alle coppie omosessuali. Cosa ne pensi?

Provo una profonda rabbia e tanto rammarico per tutte quelle persone che necessitano di un consenso ecclesiastico, poiché persone di fede. Io mi reputo una donna credente, ma sono perfettamente consapevole del fatto che non posso lasciar suggestionare la mia vita da persone e istituzioni che hanno interessi di fondo molto diversi da quelli che vogliono predicare e palesare pubblicamente.

Cosa vuol dire essere omosessuali a Taranto e nel sud Italia?

Mio malgrado, devo ammettere che la vita nel sud Italia è ancora un passo indietro rispetto la media, ma non per nostro volere. C’ è bisogno di una veloce ripresa, dal punto di vista economico ed educativo. Ammetto che sono una donna cresciuta con un estremo senso del pudore e mi verrebbe difficile dare un bacio alla mia compagna per le strade della mia città. Riconosco che questo è un mio limite, dettato dal modo in cui la società mi ha costretta a vivere. Proprio qualche giorno fa ero in fila alla cassa di un supermercato e, mentre attendevo di pagare il conto, il mio sguardo si è soffermato su due ragazze che erano sedute su una panchina e si scambiavano un bacio decisamente passionale. Sono rimasta totalmente sorpresa dalla situazione ed emozionata perché mi sono resa conto che la nuova generazione è decisamente un passo avanti e credo totalmente in loro per la giusta rinascita del nostro Paese!

C'è una domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto?

Troppe poche volte ci vien chiesto: “Sei felice?”. Dovremmo chiederlo e chiedercelo ogni santo giorno. Il mondo si cambia solo con i buoni propositi, con il giusto coraggio e con un bel sorriso stampato sul volto!

Angelica Andriola
Autrice del blog
Angelica
Sono Angelica, una 30enne di appena 18 anni! Mi piacciono le sfide, scoprire cose nuove e lanciarmi in percorsi di cui non so nulla. Continua...
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