Oggi care lettrici e cari lettori vi porto a fare un giro in moto con Lucia Vallesi. Una donna che ha fatto della moto la sua grande passione e la sua terapia personale per superare paure e prendere consapevolezza delle sue capacità. Un viaggio tra mare, bulloni e sfide raccontato da un terrazzo che profuma di sacrifici e duro lavoro.
Lucia Vallesi è una donna diventata giovane da poco. Mi scorre il mare nelle vene e nel cuore, sono una event manager, adoro scrivermi addosso, piango fin troppo spesso, amo il vino e spendo inutilmente un sacco di soldi per decorare la mia casa appena comprata.
Sono stata “zavorrina” per un po’, ma ho capito velocemente che stare davanti sarebbe stato più divertente e ho smesso di essere l’accompagnatrice, in tutti i sensi. Ho provato per gioco, avevo troppa paura e soprattutto mi dicevo “ma dove vuoi andare, sbadata e sciocca come sei?”. Poi ho lasciato la frizione e la moto è partita. Ho deciso che quella vocina doveva andare a quel paese.
Prima ho detto che sono diventata giovane da poco. Sono sempre stata giocherellona, vivace, vitale, appassionata, sognatrice… Poi mi sono spenta, sono morta. Quando ho riaperto gli occhi, la moto era ancora lì. E ho cominciato a girare da sola. Km e Km da sola: per ritrovarmi. Ho scoperto quanto si possa ringiovanire con gli anni che passano e tornare a casa, quando quella casa è la mia identità, la Lucia più vera e autentica.
In molti casi lo spazio che viene dato alle motocicliste è quello della influencer, basta che una sia carina e sappia guidare. Molte donne con questa passione mirano a diventare ambassador, influencer, tester, ad essere invitate ad eventi esclusivi, eccetera. Attenzione eh, io sono la prima ad accettare merce e inviti ad eventi, sono cose divertenti, si conosce un sacco di gente. Va bene tutto, dipende sempre da come lo si fa. Qual è il tuo scopo? Che posto vuoi in questo mondo? Io ti dico che il mio spazio me lo sono trovato, perché non mi aspetto mi venisse dato: mi prendo quello che mi serve, che desidero. In genere è uno spazio quantificabile in km di asfalto. Il resto, la rete che si è creata intorno, deriva da amicizie e rapporti che nascono spontaneamente.
Mi sento tanto donna! Ma non perché una donna in moto sia wow, anche se per molti uomini la sexy biker è ancora uno stereotipo, ma io mi sento donna perché mi sento me stessa! In sella sono libera, non ho peso, non devo essere bella, non devo essere brava, performante, brillante, intelligente. Non ho un compito da portare a termine entro un certo tempo. Non devo conquistarmi lo stipendio o stupire il mio superiore. Devo solo essere concentrata per godermi ogni km di strada. Non ho nessun altro, siamo io e la mia moto e ci divertiamo un sacco insieme!
Il mio essere meccanica è un tentativo. Mi piacerebbe dire di essere una super conoscitrice della meccanica e della ciclistica di una moto. Non è così purtroppo. Certe cose non mi entrano in testa e vado a tentativi, sono poco paziente e pasticciona. La soluzione è ancora spesso “ehm, ciao, ho un problema con la moto, puoi passare?”. Però in questi tentativi mi sento molto a mio agio. Mi piace sporcarmi le mani.
Lo spero tanto. Ci sono già delle campionesse strepitose. Cosa fare? Ci vorrà tempo perché quello che deve trovare spazio è una nuova mentalità, in cui maschio o femmina non conta, conta la bravura. Basta. Noi possiamo continuare a parlarne per normalizzare l’idea che una donna possa saper guidare bene una moto.
Ero molto insicura, credevo di non poter far nulla, di non essere in grado di muovere un passo da sola. Il giudizio più pesante era sempre quello che io stessa mi riservavo. Mi sono voluta ricredere su me stessa. Ci ho messo tanta tanta forza, oltre che a tanta tanta terapia. Avevo insicurezze e paure che venivano da lontano. Nel mondo delle due ruote la passione è stata fin da subito così forte da battere tutti i rivali. Piano piano ho distrutto, pezzettino dopo pezzettino, ogni dubbio, ogni paura. Non volevo essere mia nemica, ma la mia migliore alleata. Km dopo Km mi sono sentita sempre più forte, non perché brava, ma perché viva, appassionata, desiderosa di essere felice. So che tutto questo può sembrare retorica, eppure per me è invece totalmente carnale e concreto.
La felicità non è di questo mondo, ma in questo mondo possiamo assaggiarla. E ne vale la pena! Mi sento di dire che sono tanto grata di quello ho. Ho un terrazzo bellissimo che adoro. Tempo fa mi sarei lamentata perché non era un giardino. Quello che ho è frutto di un lavoro quotidiano e certosino. E ne sono soddisfatta. Guardo anche già oltre ovviamente, non siamo fatti per accontentarci.
Siete curiosi di seguire le nuove avventure di Lucia? Seguitela sul suo blog: LaLux Blog