2 Maggio 2021

Nasrin Sotoudeh condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate

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Il 30 maggio del 1963, a Teheran, nasceva Nasrin Sotoudeh. Avvocata e attivista per i diritti umani. Nel 2011 vince il premio PEN Barbara Goldsmith per la LIBERTA’ DI SCRITTURA e nel 2012 vince, per la LIBERTA’ DI PENSIERO, il premio Sakharov del Parlamento europeo.

La donna nel 2010 viene ritenuta responsabile di notizie non veritieri ai danni dello Stato. Nel 2011 viene condannata a 11 anni di carcere e viene interdetta dai pubblici uffici; pena che verrà rivista e che porterà alla sua liberazione nel 2013.

Nasrin Sotoudeh, per il suo Paese, rappresenta una minaccia: NON solo in quanto donna, avvocata e attivista per i diritti umani ma, SOPRATTUTTO, perché protesta contro l’obbligo- per le donne- di indossare lo hijab (il velo).

Il 13 giugno 2018, Nasrin, viene nuovamente arrestata e trasferita in carcere con l’accusa di “reati contro la sicurezza nazionale”. A questo, si aggiunge l’aggravante di aver difeso Shaparak Shajarizadeh: una donna che insieme ad altre donne, manifestava contro l’obbligo di indossare il velo. Per questa difesa, il 2 dicembre 2020, è stata condannata ad anni 33 di carcere e a 148 frustate!

A metà ottobre 2020, la famiglia di Nasrin ha denunciato le sue precarie condizioni di salute legate non solo allo sciopero della fame ma anche all’aver contratto il Covid-19. È stato chiesto che venisse trasferita in un ospedale per ricevere le opportune cure ma, di tutta risposta, la donna è stata trasferita nella prigione di Qarchak a più di 30 km da Teheran.

Il 12 novembre del 2020 Nasrin Sotoudeh ha ricevuto la cittadinanza onoraria del comune di Bologna     «Per essersi schierata, a costo dell’incolumità personale, a tutela dei diritti di cittadine e cittadini iraniane vittime di soprusi giudiziari e dell’arbitrio politico, secondo principi e idealità che rispecchiano i valori fondanti della città di Bologna»

Nasrin è una donna, è stata prigioniera di una cultura e si è liberata studiando. È prigioniera di uno Stato che continua a imbavagliarla con ogni mezzo: addirittura negandole le cure. È una prigioniera che sta continuando le sue battaglie dal carcere e con l’aiuto dei tanti che la sostengono. È una “prigioniera di coscienza” e DEVE essere rilasciata.

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Angelica Andriola
Autrice del blog
Angelica
Sono Angelica, una 30enne di appena 18 anni! Mi piacciono le sfide, scoprire cose nuove e lanciarmi in percorsi di cui non so nulla. Continua...
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